Legnago-Atene, 336 ore per incontrare la Storia

 

"Esperienza di vita che resterà impressa più di un monumento"

 

"Uno scambio culturale tra studenti di lingue e di culture diverse - i liceali legnaghesi del "Cotta" ed i colleghi di Atene - è diventato argomento di una relazione che ha impegnato tutti gli alunni della 4A scientifico, protagonisti, appunto, dell’esperienza. Quello che segue è un collage di quanto scritto per raccontare e commentare le 336 ore del viaggio incontro alla storia".

Delfi - Tempietto rotondo

"Il volo Linate-Atene E11 è in partenza, si pregano i signori viaggiatori di allacciare le cinture". È cominciata così l’avventura di 15 giorni vissuta dalla nostra classe, la quarta scientifico del Liceo Giovanni Cotta con le insegnanti Luisa Zanettin e Susanna Avesani che ci hanno accompagnato. È stato più di un viaggio, più di uno scambio culturale perché esperienze umane di questo tipo possono rimanere più impresse della vista di un monumento o di un tempio. È stata una occasione per approfondire la conoscenza della cultura greca vivendo per due settimane insieme con un gruppo di ragazzi del Sesto liceo di Atene che erano venuti a Legnago nello scorso ottobre e con i quali la nostra classe ha rapporti epistolari. Tutto questo grazie anche all’aiuto della Comunità europea. E che si dica pure che tasse ed euro non servono a nulla!

Volando sopra le nuvole, sopra le case, sopra il mondo, ci sono balenate tante idee su come potesse essere Atene. Nessuna di esse è stata pari alla realtà. È vero, Atene ha alcuni lati negativi comuni a tutte le metropoli cosmopolite: il traffico, l’inquinamento e, pur non potendo parlare per esperienza diretta, un certo tasso di criminalità.

Arrivati al liceo che ci ha ospitato, siamo stati accolti con un clamoroso ricevimento ricco di balli, cibi e musiche della tradizione ellenica e dopo aver ricevuto il saluto e gli onori da parte del preside e del vicesindaco della capitale greca abbiamo iniziato l’avventura.

Il tour dei siti archeologici e dei musei è stato a dir poco fantastico. Appena fuori dal caos metropolitano ecco stagliarsi di fronte ai nostri occhi, al centro dell’assolata pianura di Atene l’Acropoli, con il Partenone, frutto di scrupolosi calcoli matematici e prospettici e L’Eretteo e poi la Grecia delle isole, luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato tale è ancora la loro naturalezza e la mancanza di inquinamento. Tutti luoghi familiari, già visti tantissime volte sui libri di storia e di filosofia. Nessuno dei posti che abbiamo visitato ci è sembrato anonimo. Era come se andassimo incontro a tutta la storia passata. Ci è piaciuta quella starna sensazione di ritorno per un attimo al mitico passato, immaginando di vedere spuntare un satiro o una ninfa e di camminare sulla terra già battuta dagli eroi e dagli dei dell’Olimpo. Ci siamo resi conto di essere nella culla della cultura e della civiltà del Mediterraneo.

Una parte del merito va alla nostra guida, Giorgia, un’archeologa greca che in alcune occasioni ha avuto l’arduo compito di farci restare svegli e di divertirci con il racconto delle storie mitologiche e con la descrizione dei monumenti.

In compagnia dei liceali greci abbiamo trascorso alcune delle 336 ore del nostro viaggio con i party di benvenuto e di addio, con la frequentazione delle lezioni e con la presentazione, in un inglese magari non sempre perfetto, del nostro progetto per l’esame di maturità dell’anno prossimo, in cui rientra anche questo scambio culturale.

Abbiamo capito il loro sistema scolastico, ci siamo scambiati opinioni e idee, anche riguardo alla guerra nei Balcani, sempre parlando in inglese. I problemi della lingua sono stati superati e si sono create nuove amicizie, se ne sono rafforzate altre e al momento della partenza non sono mancate le lacrime in tutti e due i gruppi e da parte nostra il rimpianto di lasciare persone così ospitali e gentili e luoghi fantastici.

La Pasqua nelle famiglie è stato il momento più intenso, ma anche il più difficile per la paura di non riuscire a comunicare e di fare brutta figura. Ma la paura è sparita perché le famiglie sono state così ospitali da metterci subito a nostro agio.

I genitori dei nostri amici greci ci hanno "adottato" per il giorno della pasqua cattolica, celebrandola nonostante loro siano ortodossi.

Insomma, è stata una gita giusta, equilibrata e ben riuscita. Chissà, forse un giorno qualcuno di noi tornerà in Grecia. Magari vecchio e stanco. Ma con scolpiti negli occhi della memoria i colori di questa visita giovanile".